E’ trascorso più di un anno dal terzo referendum costituzionale della Repubblica Italiana, quello del 4 dicembre 2016, quando la maggioranza dei votanti (pari a circa il 65% degli elettori residenti in Italia e all’estero) respinse il testo di legge costituzionale della riforma Renzi-Boschi. L’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi ebbe la grandiosa idea di annunciare in anticipo le proprie dimissioni in caso di “sconfitta”, facendo diventare una legge – e per di più riguardante la Costituzione (che ricordiamo essere la legge fondamentale dello Stato italiano che occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell’ordinamento giuridico della Repubblica) una questione puramente personale.
Quella di Renzi voleva essere una minaccia, ma furono in molti a considerarla un’opportunità – l’opportunità di “sbatterlo fuori” – senza troppo curarsi del contenuto della legge contro cui stavano votando.
Il Mercato del Pesce ha intenzione di approfondire la legge costituzionale sopra citata. Però prima sentiamo la necessità di rinfrescare la memoria a tutti quegli elettori che poco più di un anno fa si sono autoproclamati strenui difensori della Costituzione, senza ben sapere di che cosa stessero parlando. Anche se è passato meno di un secolo dalla sua entrata in vigore.
La Costituzione italiana è entrata in vigore il 1° gennaio 1948 dopo essere stata approvata dall’Assemblea Costituente, eletta a sua volta il 2 giugno 1946, data in cui si svolse il referendum per la scelta fra repubblica e monarchia e che sancì la nascita della Repubblica Italiana. Appena eletta, l’Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta di 75 membri incaricati di stendere il progetto generale della Carta costituzionale. La Commissione si suddivise in tre sottocommissioni: diritti e doveri dei cittadini (presieduta da Umberto Tupini della Democrazia Cristiana – DC), organizzazione costituzionale dello Stato (presieduta da Umberto Terracini del Partito Comunista Italiano – PCI) e rapporti economici e sociali (presieduta da Gustavo Ghidini del Partito Socialista Italiano – PSI).
Un progetto, dunque, che coinvolse tutte le forze politiche in un momento di rinascita per l’Italia, reduce da sei anni di guerra e da un ventennio di dittatura fascista.
La Costituzione è costituita da 139 articoli e relativi commi (5 articoli sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), più 18 disposizioni transitorie e finali, suddivisi in quattro sezioni:
1) Principi fondamentali (articoli 1-12);2) Parte prima: “Diritti e Doveri dei cittadini” (articoli 13-54);3) Parte seconda: “Ordinamento della Repubblica” (articoli 55-139);4) Disposizioni transitorie e finali (disposizioni I-XVIII).
Analizzeremo presto la prima sezione, quella dei principi fondamentali, cercando di approfondire il più possibile i 12 articoli che la compongono e che costituiscono le basi normative del nostro sistema democratico.
Un piccolo omaggio alla nostra Costituzione che quest’anno compie 70 anni.
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