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Notte prima dei trent’anni

Nella notte che precede il mio 30° compleanno, mi ritrovo a scrivere davanti al camino, dopo aver rianimato il fuoco dalla brace rimasta.

Scrivo perché ne sento il bisogno. Perché sento l’arrivo di questo anniversario molto di più del giorno in cui ho compito 18 anni e in cui, per la legge, sono diventata maggiorenne. Allora è stato quasi doveroso festeggiare. Ma tra l’essere maggiorenni e l’essere adulti scorre una distanza abissale. Un abisso che chiunque intraprenda la strada verso l’ “adultità”, prima o dopo deve esplorare.

Il proprio abisso interiore in cui sei solo ad affrontarti.

Io ho fatto il primo ingresso nel mio abisso a 27 anni, l’”età maledetta” a quanto pare.

E’ stato molto doloroso mettermi completamente a nudo di fronte alle mie più grandi paure. Così come è stato doloroso togliermi, una per una, le maschere che mi ero costruita, o fatta costruire su misura. Doloroso ma necessario. Liberatorio. Da un giorno all’altro ho iniziato a sentire tutto il loro peso, tutta la loro inadeguatezza, rispetto alla mia voce interiore che reclamava libertà.

Sono in grado di individuare un momento preciso.

E’ primavera, quasi estate. Mi allontano da un gruppetto triste, ma in vena di far festa e trovo, sotto un albero, un posticino appartato. Mi tolgo le scarpe e con i piedi cerco il contatto con la nuda terra: ho bisogno di sentirmi. Mi distendo sulla schiena e nella borsa cerco le cuffie che da qualche tempo ho l’abitudine di portare sempre con me: il vociare non troppo lontano dei festaioli mi infastidisce. In quel momento, oltre alla natura, ringrazio la tecnologia che mi permette di ascoltare la canzone più adatta per far fluire, liberi, i miei pensieri.“Se ti tagliassero a pezzetti”.

E’ un momento perfetto. Le profondità della voce di De André, una piacevole brezza che mi accarezza la pelle, i piedi saldi a terra e la testa all’insù, a guardare le nuvole che si spostano nel cielo e che per un attimo mi fanno pensare all’Irlanda. Rimango come sospesa, non so per quanto tempo…E quando mi rialzo non sono più la stessa, sento che qualcosa si è rotto e non posso più fare finta di niente. Come se avessi visto la luce alla fine di quel tunnel…Non mi resta che entrare e attraversarlo.

Se ho superato illesa i miei 27 anni e se sto per fare il mio ingresso da adulta nei 30, lo devo alla Signorina Fantasia, al vento che ne ha raccolto i cocci e a quell’albero che mi ha accolta e ascoltata, indicandomi la strada.

In fondo, come dice Erri De Luca, siamo proprio come gli alberi: radici per terra e testa verso il cielo.

1 thought on “Notte prima dei trent’anni

  1. Maria Pia Minutti ha detto:

    Concordo, mi sembra tutto molto vero , non mi resta che augurarti :Buona continuazione…

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