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I No Green Pass e la distruzione della libertà

Seguendo le proteste del “No Green Pass” che si sono svolte in tutta Europa si ripropongono domande che centrali nella vita di tutti: cos’è davvero importante? Ci sono dei concetti che posso istituire a guida dei miei pensieri e dei miei comportamenti? Ci sono valori in cui mi ritrovo che posso porre come fine da raggiungere attraverso le mie azioni? A queste domande la filosofia ha sempre cercato di rispondere, fornendo delle indicazioni sulla vita pratica attraverso precetti morali da seguire nella vita di tutti i giorni, o addirittura arrivando a costruire dei rigorosi sistemi di etica per fondare leggi e decidere la vita in società.

Sono una persona curiosa e mal tollero qualsiasi imposizione anche stilistica o lessicale, perciò non ho mai abbracciato un sistema etico normativo (come quello kantiano -deontologico, o utilitarista -teleologico) né adottato una morale guidata da principi primi, come quella stoica: ho sempre preferito analizzare ogni situazione e cercare di comportarmi al meglio che potessi, ovvero secondo virtù.

Se quindi dovessi scegliere un principio che mi caratterizza più di ogni altra cosa e che penso valga la pena lottare per preservarlo, questo principio dovrebbe essere uno soltanto: la libertà. Concetto che storicamente non appartiene all’etica, ma è assimilato alla riflessione politica. Nella mia piccola cosmogonia, non c’è concetto più importante e non c’è concetto precedente: esisto poiché frutto della libertà e la mia libertà in quanto soggetto umano è morale.

 

Libertà di essere, esprimersi, agire e pensare. Sperimentare, ascoltare, selezionare, leggere, visionare, studiare. Semplicemente, vivere. Vivere con coscienza della mia libertà e del mondo.

 

Libertà cosciente, libertà controllata e adulta ovvero tutto l’opposto delle libertà di stampo positivista, nichilista o di quell’anarchismo pseudo-libertario dal sapore totalitarista che capricciosi urlano: “Lo faccio perché lo voglio! Perché? Perché lo dico io! Perché questa è la mia libertà sovrana!”.

Questa visione della libertà individuale, ingenua e sprezzante verso l’Altro, è molto pericolosa: la continua affermazione dell’Io che sovrasta le libertà altrui, non può che sfociare nella violenza. Sopraffazione, bullismo, autoritarismo, machismo, razzismo, fondamentalismo, sovranismo, depersonalizzazione… questi sono solo alcuni dei rischi sociali e politici. Questa libertà strillata, egocentrica e superficiale si è riproposta nelle manifestazioni “No Green Pass” di queste ultime settimane.

Una libertà che è cieca di fronte ai pericoli di una pandemia mondiale che dura da ormai due anni, una libertà irrispettosa della libertà degli altri e verso le istituzioni. Una libertà che è irrispettosa addirittura verso sé stessa, poiché il comportamento di negazione dell’emergenza sanitaria e il rifiuto dei mezzi per contenere l’infezione quali mascherine, vaccini e Green Pass minacciano lo stesso individuo che la professa: non solo aumenta il rischio di infezione, malattia e morte, ma aumenta le probabilità di nuovi lock down che prevedono davvero forti limitazioni di libertà individuale, sociale, lavorativa, economica.

 

Via Web

 

La libertà non è un gioco individualistico né l’affermazione bieca della volontà. La libertà intesa negativamente, ovvero come non-interferenza alla volontà individuale, è un’astrazione concettuale che non trova posto nella complessa realtà umana.

 

L’uomo non vive da solo in un contesto astratto: l’uomo è calato nel mondo reale che è un sistema interconnesso fisico e sociale, in cui ogni azione o non-azione avrà delle conseguenze.

 

Una libertà concreta presuppone la comprensione della realtà pratica in cui si vive, presuppone il riconoscimento e il rispetto di altri soggetti. Essa deve vedere l’Altro come polo imprescindibile della convivenza e del benessere. La libertà è reciproca: è mia, è tua, è loro, è nostra. Tutti hanno diritto all’affermazione della propria libertà, ma da ciò non deriva il diritto di sopprimere quelle altre libertà che sembrano opporsi alla propria: non ho il diritto di prevaricare gli altri e di metterli in pericolo, di fare violenza, di uccidere.

Le proteste “No Green Pass” cavalcano l’onda di paura e frustrazione che è cresciuta con la pandemia. È legittimo essere spaventati di fronte a una esperienza così pericolosa e invasiva. Il covid-19 e le nuove varianti hanno incrinato le regole del gioco e, ancora una volta, è emersa tutta la precarietà dell’esistenza umana e delle società che abbiamo costruito. Ma per uscire dalla crisi non serve urlare, perché le urla dei No Green Pass sono solo sopruso verso la società intera.

 

Non è libertà di pensiero. È solo sopruso, sopraffazione, potere per il potere: volontà di mettere in pericolo gli altri nel nome di una sedicente libertà di scelta.

 

Lo slogan “Meglio morire dal liberi che vivere da schiavi” e la comparazione della certificazione vaccinale alla stella di David che le persone di fede ebraica erano costrette a indossare durante il regime nazista, rendono bene l’impasse ideologica e culturale in cui i manifestanti sono immersi, della serie “avere pochi concetti e pure confusi”.

Schiavitù può esser usato come termine opposto a quello di libertà, ma non è coerente usarlo in un contesto sanitario. Fare il vaccino vuol dire essere schiavi? Schiavi della salute e del benessere di tutti? Non è affatto negativo. Ma forse intendono schiavitù alle case farmaceutiche? Questo è un discorso politico-economico che è vicino alla questione sanitaria. Certo è importante che i nodi sui pesi economici delle lobby farmaceutiche sulla politica vadano sciolti (per avere una idea sulle attività di lobby presso l’Unione Europea vi rimando al Corporate Europe Observatory), ma ciò esula dalla efficacia nella prevenzione della diffusione del covid-19 che solo il vaccino e il green pass sono in grado di fornire.

 

Via Web

 

Paragonare il Green Pass alla Stella di David nazista è sintomo di una conoscenza insufficiente della storia recente e di una volgare manipolazione di uno dei simboli più tragici dell’odio recente. La stella di David ha portato alla morte di milioni di persone per mano di uomini criminali ossessionati dall’idea della razza e dei complotti, la certificazione vaccinale è finalizzata a prevenire milioni di morti a causa di un virus. Come hanno dichiarato Sami Modiano e Liliana Segre, non è accettabile moralmente né logicamente la comparazione delle due cose.

Il Green Pass non è uno strumento dittatoriale di controllo politico, non lo è più della nostra storia clinica. Non conosco nessuno che negli anni abbia mai manifestato contro i medici di famiglia, le Asl e contro il Ministero della Sanità perché nelle cartelle cartacee e virtuali conservano dati sul nostro stato di salute. Perché non si è protestato per questo? Perché ciò è visto nella sua funzione di utilità personale. E perché allora il Green Pass non è considerato alla stessa maniera?

La vaccinazione e il certificato Green Pass sono uno strumento essenziale per garantire la socialità, oltre che la fantomatica ripresa economica, in una situazione di crisi sanitaria che a livello globale ha causato e continua a causare milioni di vittime. Tutelarci con essi è tutelare la vita e la salute di tutti.

La libertà va coltivata, cresce solo tramite l’esercizio e la riflessione quotidiani. È un percorso non lineare e faticoso che per fiorire prevede impegno, riflessione, cultura e non è determinato né dalla potenza né dall’agonismo.

Libertà implica eguaglianza, parità e rispetto. In società, la libertà individuale non vale nulla se non riconosce e abbraccia quella di tutti.

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