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“Le tue tanto attese mestruazioni e le rivoluzioni” cap.3

Nei secoli passati le ragazze cominciavano a preoccuparsi delle mestruazioni in età più avanzata rispetto a oggi. Il menarca compariva infatti tra i 14 e i 18 anni, a seconda della classe sociale di appartenenza e quindi al grado di salute e nutrizione, che poteva ovviamente anticipare o tardare lo sviluppo fisico del corpo femminile.

Ora quindi, una domanda sorge spontanea: come si rimediava in passato al flusso mestruale?

Ebbene, i primi assorbenti erano realizzati con del materiale naturale facilmente reperibile in loco. Ad esempio, nell’antico Egitto si usava papiro ammorbidito, mentre nell’antica Roma e in Grecia le donne si avvalevano di lana o stoffa: una leggenda narra che la matematica Ipazia aveva un corteggiatore indesiderato, al quale gettò un panno intriso del suo sangue mestruale (Geniale! Se lo facessimo, avremmo molti meno corteggiatori sgraditi anche noi). Si cominciava inoltre a fabbricare tamponi di garza avvolta intorno a materiale come legno, spugna o muschio.

Si presume tuttavia che nel XIX secolo, la maggior parte delle donne non indossasse niente per assorbire il sangue; infatti avevano ben pochi cicli mestruali, a causa delle frequenti gravidanze o per problemi di salute legati alla malnutrizione.
Comunque, qualora occorresse, i materiali più diffusi erano pellicce di pecora, spugne di mare e stracci. Il metodo più sofisticato era sicuramente la “cintura mestruale” , una cintura legata intorno alla vita a cui era collegata un’altra cinghia che teneva fermo un cuscinetto di stoffa. 
Questi assorbenti primordiali venivano ovviamente lavati e riutilizzati.

Solo alla fine del 1800 la Johnson & Johnson inventò gli assorbenti usa e getta, chiamati “Lister’s towel”, ma le donne provavano ancora un grande imbarazzo nell’acquistarli.

Poi con la Prima Guerra Mondiale, cominciò a diffondersi l’usanza di sfruttare il potere assorbente della cellulosa non solo per medicare le ferite dei soldati, ma anche per le mestruazioni. Negli anni Venti si diffusero i primi assorbenti usa e getta e nel 1929 fu creato il primo tampone interno con un filo per facilitare la rimozione, che fu successivamente brevettato con il nome di “accessorio catameniale”, dal greco kataménios (mensile).

Da sempre quindi l’assorbente è un accessorio molto importante nella vita di una donna. In Italia le stime dicono che le donne che acquistano assorbenti siano circa 21 milioni. Pertanto ogni anno, i tamponi venduti sono 2,6 miliardi, con l’Iva al 22%, applicata anche alle mooncup, le coppette mestruali riutilizzabili.

L’imposta su questo bene di prima necessità in altri Paesi è decisamente più bassa, basti pensare che in Francia è al 5,5% come in Inghilterra, mentre in Olanda e Belgio al 6%. Irlanda e Canada l’hanno invece abolita.

Quindi in Italia, una donna spende all’anno circa 126 euro in assorbenti, dei quali 22,88 euro vanno allo Stato come imposta sul valore aggiunto. Se poi si considera che ogni donna, dal menarca alla menopausa ha circa 520 cicli e consuma almeno 12.000 assorbenti, il dispendio economico è decisamente alto.

Nell’attesa che anche in Italia gli assorbenti vengano considerati beni di prima necessità, molte donne in giro per il mondo hanno deciso di fare a meno degli assorbenti, dando il via a un fenomeno noto come free-bleeding.

Ma di questo parleremo nel prossimo e ultimo episodio di questa telenovela intrisa di sangue e lacrime.

 

Fonti e Approfondimenti:

Titolo: Le Luci della Centrale Elettrica, “La lotta armata al bar”, in “Canzoni da spiaggia deturpata”, 2008.
http://tsd.altervista.org/piccole-curiosita-vittoriane-il-ciclo-mestruale/
https://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/12/14/news/mestruazioni_ultimo_tabu_-184107177/
https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/iva-assorbenti-in-italia/f12ec14a-424d-11e8-9398-f8876b79369b-va.shtml
https://www.focus.it/cultura/storia/come-si-faceva-una-volta-senza-assorbenti

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